Di Riccardo Mancini
San Benedetto e il Superenalotto del 1999
Sembra di rivivere uno dei momenti del film “Fantozzi 2000 – La clonazione” nel quale il famoso ragioniere decide di voler giocare con alcuni suoi colleghi un sistema al superenalotto. La moglie Pina, all’insaputa di Fantozzi, non farà mai quella giocata che però alla fine risulterà essere vincente. La nostra storia ha un risvolto completamente opposto rispetto al film: la grande giocata viene fatta ma del “6” nemmeno l’ombra.

Siamo nel gennaio del 1999. Il fotografo sambenedettese Alfredo Giammarini decide di giocare un grande sistema per partecipare al Superenalotto. Il Sistemome, chiamato “San Benedetto del Tronto”, ha lo scopo di veicolare il nome della città in tutta Italia.
Il grande sistema viene pubblicizzato inizialmente dalla stampa locale. L’organizzazione viene affidata al Bar “Odeon” il quale, dopo aver accettato senza indugi la sfida lanciata da Giammarini, viene preso d’assalto da tanti giocatori che vogliono tentare la fortuna. Il Bar “Odeon”, in brevissimo tempo, diventa uno dei principali protagonisti della più grande giocata collettiva mai registrata in un concorso a pronostici in Italia. I numeri parlano chiaro: 387 mila colonne per un importo complessivo di 310 Milioni di Lire.

Il sistemone sambenedettese arriva all’orecchio dei gradi quotidiani nazionali e delle reti RAI e Mediaset che inviano i loro mezzi per le riprese in diretta dell’avvenimento. RAI 2 allestisce un collegamento in diretta subito dopo la trasmissione dell’estrazione del lotto.

Il sogno si infrange in pochi minuti. La grande vincita sperata e desiderata non avviene. Ma la città di San Benedetto grazie a quella iniziativa messa in piedi da Alfredo Giammarini entra nel Guinness dei primati e ottiene una grande pubblicità.